700 chilometri per farsi visitare. Insieme ai nostri medici, i bimbi eritrei scoprono i clown
Kohop ha 8 anni. Il suo nome in tigrino significa “stella“. Vive al confine con l’Etiopia. E’ arrivata con il papà ad Asmara perché ha saputo dell’arrivo dei medici italiani.
Ha il piede torto congenito ed è preoccupata, non tanto per la visita, ma per l’assenza da scuola. Con un foglio e una penna si allena nella scrittura. La sua concentrazione è totale. Sa che l’attesa è lunga, le basta guardare la folla di bambini che ha intorno. Capisce perfettamente perché sono lì, la maggior parte ha i piedi come il suo.
E’ bastato un avviso sulla porta di ingresso dell’ambulatorio dell’ospedale Halibet di Asmara a far arrivare la notizia in tutto il paese. Sono arrivati in centinaia, da ogni angolo dell’Eritrea, per far visitare i bambini dalla nostra equipe di ortopedici volontari.
In Eritrea gli specialisti in ortopedia sono ancora troppo pochi
Partiamo dalla fine: 220 visite e 25 interventi chirurgici è il risultato, immenso, della missione che si è conclusa qualche settimana fa. Si tratta del progetto di ortopedia pediatrica Camminiamo Insieme 2 , finanziato dall’ Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo di Khartoum e dalla Regione Toscana.
Perché sono arrivate così tante persone?
Il motivo è chiaro: in tutta l’Eritrea esiste un solo reparto di ortopedia che si trova proprio presso l’ospedale Halibet.
Il reparto ha 34 posti letto, 2 sale operatorie e solo 5 specialisti. Questo significa che nel paese esiste un ortopedico ogni 1.300.000 abitanti. Per ragioni di urgenza e di formazione, l’attività prevalente è il trattamento dei traumi. La patologia ortopedica pediatrica è quindi necessariamente trascurata. La presenza dell’equipe italiana è per le famiglie l’unica occasione di far visitare i bambini e, per il personale locale, l’unica possibilità di acquisire nuove, fondamentali, competenze.
La missione ha visto anche il ritorno di due clownterapisti dell’associazione Soccorso Clown: Daniele Guaragna e Lapo Botteri. Un ritorno “acclamato” non solo dai bambini, ma anche dal personale locale.
Pur essendo una novità assoluta per l’Eritrea, i benefici della clownterapia sono stati sotto gli occhi di tutti.
“Centinaia di famiglie hanno attraversato il paese per incontrare l’equipe di medici italiani” Spiega il dott. Luul, direttore dell’Ospedale Halibet . “Ho parlato con molte di loro e tutte mi hanno ripetuto la stessa cosa: sono felici di avere avuto finalmente delle risposte. Si sentono sollevate perché i dottori italiani hanno dato loro informazioni importanti in merito alla patologia dei figli e a tutte le cure possibili. Spero fortemente che questa collaborazione così proficua possa andare avanti e che queste missioni si intensifichino”.
“Siamo senza dubbio soddisfatti dei risultati .” Commenta il dott. Simone Lazzeri primario di ortopedia pediatrica dell’ospedale Santa Chiara di Trento. “In due giorni siamo riusciti a visitare più di 200 bambini per poi dedicarci agli interventi programmati. 25 in totale, alcuni dei quali abbastanza complessi, considerando anche le condizioni delle sale operatorie e gli strumenti a disposizione”
L' inestimabile valore aggiunto della clownterapia
A prendersi cura della stanchezza, dei timori, della preoccupazione e delle lunghe ore di attesa dei tantissimi bambini presenti in quei giorni sono stati anche i clown.
Il cuore e la professionalità di Daniele e Lapo hanno fatto magie: i pianti si calmavano, la paura diminuiva, il sorriso riportava la fiducia e la fatica diventava più tollerabile, tanto nei piccoli, quanto nei grandi, personale locale compreso.
A confermare il giudizio positivo e all’unanimità, sono stati i questionari distribuiti a medici e infermieri.
Nuove sfide per i bambini eritrei
“Stiamo garantendo al personale eritreo un supporto anche a distanza, rendendoci disponibili a consulti. Per le prossime missioni, oltre ad ottimizzare l’organizzazione e sfruttare al meglio la nostra permanenza, l’obiettivo è anche quello di programmare interventi chirurgici sull’anca displasica” . Spiega il dott. Lazzeri. “Fino ad ora sono mancate le condizioni per poterlo fare. Ora invece siamo vicini e stiamo lavorando in quella direzione.
Il passo successivo, nel tempo, sarà quello di trasferire queste competenze agli ortopedici locali“.
La prossima missione probabilmente partirà nei primi mesi del 2025.
I bambini aspettano con fiducia. In Eritrea l’arte della pazienza si impara da subito.
La massima gratitudine va al team di professionisti volontari che non si sono risparmiati su nulla.
Ai dottori Simone Lazzeri, Massimo Rigoni e Alessandro Zanardi e agli infermieri Emiliano Talanti e Piero Bacchin tutta la nostra stima.
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Il progetto Camminiamo Insieme 2 è finanziato dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo e dalla Regione Toscana.
Il progetto di clownterapia è stato realizzato con il contributo dell’ Unione Europea .
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