Un’altra ragazzina ustionata è arrivata nella Casa dei bambini di Mwangaza, in Kenya

Continua ad accadere
Nella casa dei bambini di Mwangaza, a Kilifi, in Kenya, pochi giorni fa è arrivata una ragazzina. Aveva le gambe ustionate, risultato di una punizione inflitta dallo zio. La stiamo curando, in attesa di capire se potrà restare, almeno come affido temporaneo, insieme agli altri 29 bambini accolti nella struttura.
Mwangaza, che in lingua Kiswahili significa “luce” è ormai da anni è un punto di riferimento importante per i servizi sociali e le forze dell’ordine locali.
In altre parole, i bambini che restano orfani, a volte abbandonati per strada, o allontanati dalle famiglie d’origine per maltrattamenti di varia natura vengono portati nella Casa dei Bambini gestita e finanziata da Annulliamo la Distanza con il fondamentale contributo di Antonio ed Emilio Giaffreda Onlus
In Kenya un bambino su due è vittima di violenza fisica
Nel 2019 il governo kenyota, attraverso un sondaggio, ha lavorato ad un’ampia raccolta dati per rilevare le statistiche relative ai fenomeni di violenza sui bambini nel paese. Un sondaggio simile era stato fatto nel 2010, sempre dal governo locale. A nove anni di distanza dalla prima raccolta dati, si è registrato un lieve miglioramento, ma i dati continuano ad essere allarmanti.
La violenza fisica è la più diffusa e colpisce quasi la metà delle bambine e più della metà dei bambini. Gli episodi di violenza sono per lo più perpetrati dai genitori, o dai parenti più prossimi ed avvengono principalmente nelle abitazioni.
Inoltre, una ragazza su sei ha dichiarato di aver subito abusi sessuali da bambina.

Un rifugio sicuro per gli orfani di Kilifi
In questo scenario a dir poco preoccupante, la stabilità e il buon funzionamento della Casa dei bambini di Mwangaza, è vitale.
Da oltre dieci anni Annulliamo la Distanza sta finanziando la struttura, occupandosi di tutti gli aspetti, dalla manutenzione al pagamento degli stipendi del personale locale.
“Le persone del luogo con cui collaboriamo ormai da tempo, continuano a dimostrarsi affidabili, serie e soprattutto molto attente ai bisogni dei bambini, sia sul piano della cura che della dimensione emotiva”
Nicola Zanobini, responsabile del progetto
La sartoria per le ragazze
Oltre a seguire e a finanziare l’istruzione scolastica, una stanza della struttura è stata attrezzata con alcune macchine da cucire e grazie alla collaborazione con l’associazione Ape Clotilde sono stati attivati dei corsi di sartoria per un gruppo di ragazze. Alcune di queste giovani ragazze si sono dimostrate particolarmente abili e appassionate al lavoro e a breve frequenteranno una formazione ancora più approfondita per sviluppare le competenze necessarie a fare della sartoria un vero e proprio impiego.

La nuova scuola, per dire basta alle classi con 100 bambini
Era un passo che andava fatto e i risultati stanno già arrivando. Annullare la distanza significa anche ridurre il divario nell’educazione scolastica.
Grazie alla nuova scuola primaria, che è anche più vicina all’orfanotrofio, le classi sono passate da cento bambini a poco più di venti e l’ apprendimento sta migliorando esponenzialmente.
Ora possono frequentare una scuola con spazi più ampi e risorse indispensabili.
C’ è però un dato da cui trarre insegnamento: incredibilmente, almeno per gli standard a cui siamo abituati in occidente, questi bambini hanno saputo sfruttare al 100% l’opportunità di andare a scuola, sforzandosi di imparare il più possibile, anche in classi numerosissime.
In altre parole, ci hanno fatto scuola mettendo in campo virtù e resilienza.
Se per crescere un bambino ci vuole un villaggio, il villaggio per crescere deve imparare dai bambini.
I bambini prima di tutto ®
Per sostenere i progetti in Kenya, puoi fare una donazione online, oppure scrivi a info@annulliamoladistanza.org per avere maggiori informazioni
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Licia
