A Siem Reap, accanto ai templi di Angkor, gettonatissima meta di tour operator internazionali, ci sono comunità di villaggi rurali dove i benefici economici del turismo non arrivano e la fatica per riuscire a mettere qualcosa nel piatto è spesso insostenibile.
In uno di questi villaggi, a Kro Bei Riel, abbiamo costruito una nuova scuola materna; sosteniamo a distanza l’educazione di molti bambini e ragazzi e garantiamo la sicurezza alimentare a un gruppo di famiglie indigenti.
La Cambogia
non è considerato un paese prioritario perché fuori dalle rotte migratorie ed è quindi escluso dai grossi fondi internazionali. La situazione però, soprattutto nelle aree rurali, è molto grave.
Nonostante il paese abbia compiuto grandi passi in avanti in merito alla tutela dei bambini,
UNICEF denuncia lacune nel quadro giuridico/politico, investimenti inadeguati nei servizi per l’infanzia e scarsi meccanismi di monitoraggio, soprattutto a livello locale. Questo significa che un numero ancora troppo alto di minori a rischio di violenza, sfruttamento sessuale e lavoro minorile.
Oltre a questo, i bambini stanno pagando le conseguenze dei cambiamenti climatici, che costringono intere comunità ad abbandonare i propri villaggi e a migrare in altre aree del paese o in altri stati, come ad esempio la Thailandia.
Non lasciamo soli i bambini cambogiani, sostieni i progetti in corso
